Una breve biografia di Margherita Guidacci

Nasce a Firenze, il 25 aprile 1921.
Trascorre la sua infanzia e l’adolescenza nel capoluogo fiorentino, studentessa del Liceo Michelangelo.
Frequenta il Mugello durante le estati, in vacanza dai nonni, a Scarperia.
Si laurea all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla poesia di Giuseppe Ungaretti e si afferma come poetessa e come traduttrice di opere della letteratura americana ed inglese. Tra gli autori tradotti si ricordano Emily Dickinson, Ezra Pound, Joseph Conrad, Mark Twain, Ernest Hemingway, Thomas Stearns Eliot.

Dal 1945 diventa docente di latino e greco nei licei statali e inizia a pubblicare le sue raccolte di poesie: “La sabbia e l’angelo”, “La morte del ricco” (oratorio ispirato al Vangelo di Luca), “Giorno degli Angeli” (opera vincitrice del Premio Carducci nel 1957), “Paglia e polvere”, “Il vuoto e le forme”, “Il buio e lo splendore”, “I segni”, “Anelli del tempo”, “L’orologio di Bologna” e “La Via Crucis dell’umanità” (nate dal cordoglio per le vittime innocenti della strage di Bologna (2 agosto 1980) e per quelle di ogni epoca).

Una delle sue raccolte di poesie “Neurosuite” racconta un periodo doloroso della sua esistenza, dalla quale è riemersa, proprio grazie alla sua forte e grandiosa personalità; una crisi psicofisica la costrinse al ricovero in una clinica neurologica, nella quale potè toccare con mano le drammatiche realtà di questi luoghi infernali, come ben sottolineato da Giuseppe Marrani (figlio di Cesare) nel libro a lei dedicato “Margherita all’Inferno. Studio per Neurosuite” (Giuseppe sottolinea come Neurosuite (1970) sia un libro doloroso e avvincente che ritrae la dura esperienza della malattia e il penoso soggiorno in un istituto psichiatrico, la meditazione sul dolore e sul destino degli uomini sospesi fra l’ira per il proprio infelice destino e l’avvilimento della disperazione è affidata alle parole dell’Inferno di Dante Alighieri).

Dal 1976 ottiene la nomina di docente universitaria di Letteratura anglo-americana a Macerata e, dal 1981, alla Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma.

I temi trattati nelle sue lezioni e nelle sue opere affrontano il nascere e il morire, i ricordi che scandiscono il tempo, i fremiti che attraversano il corpo e la mente per l’attesa di un figlio, il dolore di vivere che diventa preghiera, che Margherita riesce ad esprimere con toni sommessi, con i colori della quotidianità, sempre attenta ed aperta verso ogni tragedia umana.

Muore a Roma, a seguito di un ictus cerebrale, il 19 giugno 1992.
È sepolta nel cimitero comunale di Scarperia.